Journalism (blog)

Il sentiero stretto per ritrovare credibilità
(Pubblicato il 15 Novembre 2011 ne Il Secolo XIX, p. 4)

di
Andrea Monticini

img txt
Negli ultimi mesi l'Italia riesce a collocare in asta i BOT ed i BTP solo grazie agli aiuti della Banca Centrale Europea (BCE). La BCE sta aiutando l'Italia in due direzioni: primo, acquista direttamente sul mercato secondario titoli italiani in modo da contenere l'eccesso di vendita degli operatori finanziari; secondo, fornisce fondi a basso costo alle banche in modo tale che esse possano partecipare alle aste del tesoro italiano. Tale duplice aiuto allontana per un po' (ma non risolve) il rischio di liquidità dello stato italiano. Ovviamente, se l'Italia avesse una conclamata illiquidità si troverebbe dopo pochi mesi in uno stato ben più grave di insolvenza. Data questa situazione, l'unico obiettivo del nuovo Governo Monti dovrà essere quello di restituire una buona reputazione ai titoli di stato italiani sui mercati finanziari (è necessario poco tempo per rovinare la reputazione ne occorre molto di più prima di poterla ricostruire). Per riuscirci, il nuovo Governo dovrà impostare un'ordinaria (non straordinaria!) politica fiscale che riduca gradualmente nel tempo il rapporto tra debito pubblico e PIL dall'attuale 120% a un livello sostenibile, 60% del PIL diceva il trattato di Maastricht. Apparentemente, si può quindi agire sia sul numeratore, diminuendo il debito attraverso un ampio e prolungato avanzo primario, ovvero entrate fiscali superiori alle spese al netto degli interessi, sia sul denominatore, aumentando la crescita del PIL. In realtà , il Governo ha di fronte a sè un sentiero molto più stretto per tre differenti ragioni. In primo luogo, la strada del Governo è stretta perchè non si può fare troppo affidamento sulle politiche per la crescita (denominatore). Infatti, le famose riforme che tutti invocano da sempre, una volta attuate impiegherebbero anni per innalzare in modo significativo il potenziale di crescita dell'economia italiana e purtroppo di tempo ne rimane poco. In secondo luogo, la strada del Governo è stretta perchè non è possibile migliorare l'avanzo primario aumentando le imposte (numeratore): è la strada più semplice perseguita da tutti i Governi negli ultimi decenni. Infatti, è auspicabile una redistribuzione del carico fiscale, riducendo quello sul lavoro e sulle imprese, ma se si aumentasse la pressione fiscale si deprimerebbe ulteriormente la crescita e si rischierebbe di cadere nel circolo vizioso in cui si trova la Grecia. Come si capisce, non rimane che incidere sulla spesa pubblica corrente. Va ricordato che l'unica volta negli ultimi trent'anni che la spesa corrente in % al PIL è diminuita è stata nel biennio 93/94 (Governo Ciampi). Tuttavia, tale dimuzione è stata la conseguenza di un mix di fattori difficilmente ripetibili: accordi sulla politica dei redditi del '93, riforma del sistema sanitario con la creazione delle ASL, finanziaria del Governo. Quindi, in terzo luogo, la strada del Governo è stretta perchè per ridurre la crescita della spesa dovrà obbligatoriamente agire su pensioni, dipendenti pubblici e chiudere gli enti inutili, tutti capitoli di spesa che toccano direttamente le sensibilità dei partiti chiamati in parlamento ad avallare l'opera del nuovo Governo.

URL: http://monticini.eu/owr/2011_11_15/