Journalism (blog)

Ma lo spread non cala solo per l'effetto Monti
(Pubblicato il 8 Dicembre 2011 ne Il Secolo XIX, p. 6)

di
Andrea Monticini

img txt
La recente manovra licenziata domenica 4 Dicembre dal Governo Monti, con un decreto legge, pone basi solide per avere nei prossimi anni conti di finanza pubblica in ordine, anche se nessuno può sapere realmente se l’Italia raggiungerà il pareggio di bilancio nel 2013. Effettuata questa doverosa premessa, è importante però ridimensionare gli effetti di tale manovra sull’andamento dello spread. Lo spread, come noto, misura la differenza di rendimento tra il titolo di stato italiano BTP con scadenza a 10 anni e l’analogo titolo tedesco BUND. Tale spread, lo scorso Venerdì 2 Dicembre, prima della manovra, era pari a 455 punti base, mentre Lunedì 5 Dicembre, ossia dopo la manovra, era pari a 375 punti base. Questa notevole diminuzione, secondo molti osservatori, è da attribuire all’efficacia delle misure adottate dal Governo il giorno 4 Dicembre. Tuttavia, analizzando l’andamento dello spread della Spagna, ossia la differenza di rendimento tra il titolo di stato spagnolo con scadenza a 10 anni e il corrispondente titolo tedesco BUND, si osserva, nei medesimi giorni, un’analoga diminuzione. Poichè è difficile credere che la manovra del Governo Monti possa aver portato benefici alle finanze pubbliche spagnole, la diminuzione dello spread deve avere qualche altra spiegazione. In particolare, si possono individuare tre differenti ragioni. Il primo motivo riguarda il comportamento della BCE. Sappiamo bene che la BCE ogni giorno acquista titoli italiani e spagnoli nel mercato secondario, pertanto, è possibile che la banca guidata da Mario Draghi possa aver incrementato le quantità acquistate in modo da far diminuire i rendimenti dei suddetti titoli di stato. Il secondo motivo riguarda l’Eurovertice in programma per i prossimi 8 e 9 Dicembre. E’ infatti plausibile che i mercati finanziari inizino a credere che in quell’occasione saranno poste finalmente le basi per uscire dalla crisi del debito sovrano dei paesi periferici dell’area Euro. Il terzo motivo infine riguarda la rischiosità della Germania. Se davvero la Germania perdesse la tripla A e, contemporaneamente, il rating di Italia e Spagna rimanesse invariato, la riduzione dello spread andrebbe interpretata come una diminuzione relativa del rischio Italia rispetto al rischio Germania.

URL: http://monticini.eu/owr/2011_12_08/