Journalism (blog)

L'Italia di Monti è più credibile ma ora servono riforme vere
(Pubblicato il 28 Febbraio 2012 ne Il Secolo XIX, p. 13)

di
Andrea Monticini

img txt
Domani e Giovedì l'Italia dovrà rimborsare/rinnovare titoli per un importo pari a circa 46 miliardi di euro. Il tesoro non avrà problemi nell'effettuare il rimborso, ma questo fatto (fu una delle ragioni che spinsero Berlusconi a dare le dimissioni) ci induce a riflettere su un'ulteriore questione: dopo poco più di 100 giorni dall'insediamento del Governo Monti, quale è il bilancio in termini di reputazione finanziaria dell'Italia? È tramontato davvero il rischio di default? Per rispondere è utile ricordare i tre differenti aspetti che guidano le decisioni degli operatori finanziari. Una nazione che produce ricchezza è sempre in grado di ripagare qualsiasi ammontare di debito pubblico, pertanto i mercati e le agenzie di rating valutano molto attentamente le riforme che i Governi promuovono per favorire la crescita. Sotto questo aspetto l'Italia sta perdendo tempo. Come esempio emblematico, si pensi, ad esempio, alla riforma del mercato del lavoro. In primo luogo è stato commesso un errore di metodo. Infatti, quando si annunciano delle riforme è bene essere chiari sia sul provvedimento che sui tempi per l'attuazione in modo da evitare incertezze che blocchino nel frattempo l'attività economica. Attualmente, un imprenditore che voglia assumere un nuovo dipendente non sa quali forme contrattuali saranno in essere tra qualche mese e, nell'incertezza, probabilmente non assumerà nessuno aggravando così la recessione attuale. In secondo luogo, si discute di maggiore flessibilità nel mercato del lavoro, ma non ci si preoccupa di come rendere più flessibili, agevolandoli, anche gli spostamenti delle relative famiglie (es. accesso agli asili, efficienza nel mercato degli immobili in modo da semplificare le compravendita di abitazioni ecc.). Purtroppo una riforma del lavoro che non tocchi anche questi aspetti rimarrà una riforma parziale che nel migliore dei casi sarà inutile. Il secondo aspetto cui guardano gli operatori finanziari è il saldo del bilancio pubblico. Nessuno può sapere se l'Italia avrà il bilancio pubblico in pareggio nel 2013, tuttavia, le misure adottate dal Governo, maggiori entrate e innalzamento dell'età per accedere al trattamento pensionistico, hanno posto solide basi per avere nei prossimi anni conti di finanza pubblica in ordine. Infine, il terzo aspetto riguarda l'euro e la Banca Centrale Europea. La BCE guidata da Mario Draghi sta prestando enormi quantità di denaro alle banche europee ad un tasso molto basso. L'intenzione della BCE è quella di favorire l'erogazione di credito alle imprese, tuttavia, molte banche utilizzano questa liquidità per acquistare titoli di debito pubblico. Non è quindi difficile prevedere che se la BCE dovesse interrompere tale politica, lo spread italiano ricomincerebbe inesorabilmente ad aumentare. Per concludere, il Governo ha senz'altro aumentato la credibilità dell'Italia nei mercati finanziari, ma per guadagnarci un futuro di stabilità e benessere occorrono interventi molto più ampi ed efficaci di quelli visti fino adesso. Altrimenti, saremo sempre esposti agli umori spesso mutevoli dei mercati finanziari ed il baratro sarà sempre dietro l'angolo.

URL: http://monticini.eu/owr/2012_02_28/