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La Cura dolorosa che non basta per salvare l'euro
(Pubblicato il 3 Marzo 2012 ne Il Secolo XIX, p. 1)

di
Andrea Monticini

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Per uscire dalla crisi dell'euro i leader di 25 Paesi europei hanno firmato l'accordo denominato fiscal compact. I Paesi firmatari si impegnano ad avere nei prossimi anni bilanci pubblici in pareggio con debito pubblico in diminuzione. In concreto, si tratta di una cessione di sovranità con conseguenze pesanti per i singoli Paesi. Infatti, i singoli Governi dovranno generare ingenti avanzi di bilancio pubblico attraverso tagli di spesa pubblica o attraverso l'innalzamento delle tasse. In Italia, dato l'ingente stock di debito pubblico, l'aggiustamento sarà particolarmente doloroso. Tuttavia, a fronte di questi costi, si può sperare che il fiscal compact serva per risolvere una buona parte dei problemi dell'euro? Per rispondere è utile partire dall'origine della crisi. La moneta comune è in crisi perchè non esiste un'unione fiscale tra i paese che adottano l'euro. In altre parole, l'attuale crisi, nata negli Stati Uniti e propagatasi al resto del mondo, ha solo accentuato quegli squilibri che presto o tardi avrebbero comunque minato l'esistenza dell'unione monetaria europea. Per comprendere questo aspetto si pensi ad esempio alle relazioni commerciali tra Italia e Germania. Poichè la Germania vende all'Italia ogni anno più beni di quanti l'Italia non ne venda alla Germania, si crea un avanzo in Germania ed un disavanzo in Italia. Per finanziare questo disavanzo, l'Italia ogni anno deve trasferire attività finanziarie alla Germania. Con il passare degli anni e la persistenza dello squilibrio, le attività finanziarie detenute dalla Germania tendono ad aumentare senza limite.. Se esistesse ancora la lira, il tasso di cambio lira/marco permetterebbe di riequilibrare tale andamento rendendo più cari in Italia i beni prodotti in Germania ed in Germania più convenienti i beni prodotti in Italia. Poichè in mancanza di due differenti valute, lo strumento del tasso di cambio è ovviamente precluso, come è possibile correggere lo squilibrio? Se Germania e Italia fossero in un'unione fiscale, il Governo federale europeo di Bruxelles potrebbe provvedere al riequilibrio trasferendo risorse tra i due Paesi sotto forma di Welfare e trasferimenti fiscali. Come si capisce, senza unione fiscale o senza tasso di cambio non c'è modo di riequilibrare la situazione. Pertanto, per risolvere la crisi dell'euro è necessario che i Governi chiariscano una volta per tutte se intendono andare verso l'unione fiscale oppure tornare alle valute nazionali. Il fiscal compact non chiarisce questo aspetto. Gli ottimisti vedono il fiscal compact come un passo decisivo verso l'unione fiscale poichè la rinuncia dei Governi nazionali a politiche macroeconomiche finanziate con deficit potrebbe essere vista come una prossima delega ad un ipotetico Governo federale con sede a Bruxelles. Purtroppo però , nella formulazione attuale, non vi è nulla che indichi come naturale questo sbocco.

URL: http://monticini.eu/owr/2012_03_03/