Va risolta la questione bancaria per una solida ripresa nel 2016
(pubblicato in Il Secolo XIX il 2015-12-31, p. 1 e 14)
di
Andrea Monticini
Come andrà l'economia italiana nel nuovo anno? Ci sono motivi di ottimismo? Per rispondere, in primo luogo va analizzata la situazione economica attuale e in secondo luogo va chiarito l'elemento chiave in grado di migliorare (o peggiorare) la forza della ripresa italiana: la solidità del sistema bancario.
Per quanto riguarda il primo aspetto, per l'Italia il peggio è definitivamente passato: nel 2015 sono diminuite, tornando ai livelli del 2006, le liquidazioni volontarie di imprese in bonis, segno che le prospettive per gli imprenditori sono migliorate e allo stesso tempo i fallimenti (dato cumulato) sono in decisa diminuzione, e il numero di auto nuove vendute in Italia è aumentato di circa duecentomila auto rispetto ad un anno fa. Sono tutte indicazioni che lasciano ben sperare per il 2016.
A fronte di questi aspetti positivi, ce ne sono anche di negativi: la congiuntura economica mondiale appare più debole di come un anno fa si è aperto il 2015. Infatti, in giro per il mondo, le stime di crescita per Stati Uniti, Brasile, Cina, Germania sono tutte state riviste al ribasso nel corso degli ultimi mesi, e se l'economia mondiale rallenta, le esportazioni italiane diminuiranno, con conseguenze negative sul giro di affari delle tante imprese che lavorano per i mercati esteri.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, nelle ultime settimane, con il salvataggio di Banca Etruria, Banca delle Marche, CariChieti e CariFerrara effettuato a spese di azionisti, obbligazionisti subordinati e fondo di risoluzione è diventato evidente come (anche) in Italia esista, al di là degli slogan, una questione legata alla reale solidità del sistema bancario.
La questione bancaria risulta ben evidente se guardiamo i saldi del sistema dei pagamenti bancari denominato Target2. Che cosa è Target2? E perchè è un valido indicatore? Target2 è la piattaforma utilizzata dalle banche dei paesi che hanno adottato l'euro per regolare i pagamenti (in entrata ed in uscita) nei confronti di altre banche. Quando una banca accumula troppe riserve (moneta bancaria), i propri clienti ricevono più pagamenti di quanti ne eseguono: in questo caso la banca può prestare denaro ad altre banche in cerca di denaro sul mercato interbancario. Prima della crisi le banche del nord Europa erano solite prestare denaro alle banche italiane e spagnole. Ovviamente, se non c'è fiducia sulla solvibilità della banca, lo scambio sul mercato interbancario non avviene e la banca in cerca di denaro deve rivolgersi alla propria banca centrale. Ogni volta che una banca italiana ha bisogno di denaro perchè non riesce a farselo prestare dalle altre banche (es. una banca tedesca) deve chiedere alla Banca d'Italia che, in questo caso, accumulerà passività sul sistema dei pagamenti Target2. A questo saldo negativo corrisponderà un saldo positivo per la Bundesbank. Guardando il crescente saldo negativo accumulato negli ultimi mesi dalla Banca d'Italia sul sistema Target2, si può dedurre che le banche del nord Europa abbiano dei dubbi sulla stabilità del sistema creditizio italiano. In altre parole, gli stress test e la supervisione unica della Banca Centrale Europea non hanno ristabilito piena fiducia nelle banche italiane. In questo ambito, un ulteriore contributo dovrebbe venire dalla nuova legge che impone alle banche popolari di trasformarsi in SPA. Infatti, a seguito della trasformazione, queste banche dovrebbero aggregarsi in modo da produrre redditività con tagli di costi e chiusure di sportelli. Tuttavia c'è da dubitare che lo scopo sarà raggiunto. Il problema delle banche italiane è legato al valore degli attivi, che vanno ricondotti al reale valore di mercato e, fino a quando questo non sarà fatto, rimarranno dubbi sulla solvibilità delle banche italiane. E senza banche sane non esiste ripresa economica robusta.