La buona notizia è la fiducia delle famiglie
(pubblicato in Il Secolo XIX il 2016-03-02, p. 1 e 3)
di
Andrea Monticini
La ripresa dell’economia italiana del 2015 è confermata in modo definitivo dall’ISTAT. Il prodotto interno lordo, misura comunemente utilizzata per descrivere la dimensione macroeconomica di una nazione, è aumentato dello 0,8% rispetto al 2014 dopo gli ultimi tre anni che hanno fatto registrare un tasso di crescita negativo. Per comprendere nel dettaglio il quadro tracciato dall’ISTAT e le sue implicazioni per il 2016 è opportuno sottolineare tre differenti aspetti. In primo luogo, confrontando il dato con quello analogo delle principali economie, il quadro risulta impietoso.: infatti, tra i paesi che adottano l’euro, la Germania è cresciuta dell’1,7% e la Francia dell’1,2%; se si estende il confronto ai paesi che sono fuori dall’area euro gli Stati Uniti sono cresciuti del 2,4% ed il Regno Unito del 2,2%. Il 2015 è stato quindi per le principali economie partner dell’Italia un anno di crescita e l’Italia è il paese che è cresciuto meno, cioè il contrario di quello che ci saremmo aspettati dopo tutti questi anni di pesante crisi. In secondo luogo, un aspetto positivo che emerge dalle rilevazioni ISTAT è legato all’aumento dei consumi delle famiglie. In altre parole, l’aumento del PIL italiano nel 2015 non è stato trainato dalle esportazioni come nel passato, ma dalla maggior fiducia nel futuro delle famiglie italiane. Questo aspetto trova conferme anche per il 2016 se si guarda l’andamento delle vendite di auto di Gennaio e Febbraio rispettivamente +17% e +27% rispetto al 2015. Perché è utile analizzare quante macchine nuove vengono vendute? Per almeno due motivi. Il primo motivo, essendo un'automobile nuova, a differenza di altri beni, un bene costoso destinato ad un utilizzo pluriennale, le famiglie o le imprese decidono di procedere all'acquisto solo se non hanno incertezze sul loro reddito futuro. Il secondo motivo, in Italia ed in Europa è presente, seppur in misura più limitata rispetto al passato, l'industria dell'auto (e relativo indotto) ed una ripresa sostenuta delle vendite è un elemento importante per far aumentare la produzione industriale e di conseguenza il prodotto interno lordo. In terzo luogo, ci sono notizie con luci ed ombre per quanto riguarda l’andamento del mercato del lavoro. Infatti, nonostante il mix positivo dato dall’aumento del PIL e della forte decontribuzione prevista per le nuove assunzioni, il tasso di disoccupazione rimane ancora molto elevato all’11,5%. A questo proposito, occorre precisare che il contratto a tutele crescenti, entrato in vigore nel 2015, non serve per diminuire la disoccupazione, ma per rendere un lavoratore più sicuro del proprio posto di lavoro e in quest’ottica l’ISTAT indica un forte aumento (426000) dei lavoratori dipendenti permanenti ed una forte diminuzione dei lavoratori indipendenti (-149000), esattamente quello che ci si poteva aspettare.