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L'economia nazionale si è rimessa in moto. Ma ora più equità
(pubblicato in Avvenire il 2017-07-25, p. 8)

di
Andrea Monticini

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Nel 2017 la crescita si rafforza, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) delinea un percorso virtuoso per l’economia mondiale indicando, come migliori del previsto, le prospettive per i Paesi dell’area Euro, Italia compresa. Il dettaglio sull’Italia non è irrilevante, fino a poco tempo fa le indicazioni per il nostro Paese erano molto più incerte. Quali indicazioni si possono trarre dalla lettura complessiva dei dati contenuti nell’aggiornamento del World Economic Outlook? Tre sono i differenti aspetti da sottolineare. In primo luogo, come ben saputo, la crescita economica va meritata con politiche economiche credibili ed appropriate. È quindi indispensabile avere dei buoni governi perchè l’approssimazione e gli slogan non pagano. A questo proposito è istruttivo analizzare cosa stia succedendo nel Regno Unito. Il Fondo Monetario Internazionale ne ha ridotto le prospettive di crescita segnalando un rallentamento per l’economia inglese. Che cosa è successo? Il governo (ed il dibattito pubblico) nel Regno Unito hanno dapprima sottostimato l’impatto economico dell’uscita dall’Unione Europea, dipingendo un futuro roseo del tutto irrealistico ed adesso stanno dimostrandosi non certo ben organizzati per gestire il processo di uscita. Date queste premesse e ricordando che per il momento il Regno Unito ha solo avviato i colloqui per l’uscita: la Brexit non c’è ancora, la si avrà solo nel 2019, si può ipotizzare un ulteriore indebolimento futuro per l’economia inglese. Il secondo elemento meritevole di attenzione è la forza della ripresa italiana. Purtroppo, anche in questo caso non si registrano novità e come ormai siamo abituati a vedere, quando l’economia mondiale va male, in Italia l’economia va ancora peggio, mentre quando l’economia mondiale va bene, in Italia la crescita resta sempre e comunque un po’ più bassa. In questo ambito, fra le altre cose, paghiamo il conto della doppia crisi del 2008 e 2011. In quegli anni molte attività produttive (fabbriche o servizi) sono state costrette a chiudere senza essere sostituite: si è persa capacità produttiva. Adesso che l’economia italiana si è rimessa in moto, necessitano nuovi imprenditori che investano e ricreino le condizioni per generare nuovo lavoro, aggiuntivo e pertanto aumentare il tasso di crescita potenziale dell’economia italiana. È un processo che richiede tempo ed anni di buoni dati economici. Sotto questo aspetto, il FMI prevede per l’Italia una crescita del prodotto interno lordo nel 2017 di +1,3\%, probabilmente il massimo che l’Italia possa attualmente permettersi. Per dare un’idea, a questo ritmo di crescita, ci vorranno altri cinque anni e mezzo per tornare ai valori raggiunti nel 2007, ultimo anno prima della crisi. Infine, il terzo aspetto riguarda l’equità. La crescita economica non comporta equità nella distribuzione della ricchezza. Crescita ed equità sono aspetti differenti, sebbene senza crescita non si ponga il problema di una sua equa distribuzione. Pertanto, non c’è da sorprendersi se accanto alle buone notizie sul PIL mondiale si assista a forti fenomeni migratori globali. A titolo di esempio, sebbene, il FMI preveda un aumento del PIL procapite per l’area dell’Africa sub-sahariana, per un terzo delle nazioni che la compongono tale crescita sarà negativa.

URL: http://monticini.eu/owr/2017_07_25/