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È meglio fare deficit o mettere da parte? Dipende dalla ripresa
(pubblicato in Avvenire il 2017-10-07, p. 23)

di
Andrea Monticini

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Nei prossimi giorni, dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, verrà presentata la legge di stabilità, da approvare entro la fine del 2017: essa dispiegherà i suoi effetti nel 2018. Come prassi ormai consolidata, occorrerà attendere la seconda metà di dicembre per conoscere i reali provvedimenti adottati, perché la legge di stabilità viene presentata dal Governo, ma deve essere votata ed approvata dal parlamento. Al momento presente, è pertanto arduo prevedere quali saranno le reali misure decise. Tuttavia, accettato l’assunto che la legge di stabilità viene costruita partendo dall’attuale situazione economica e finanziaria italiana ed internazionale, risulta interessante analizzare tre differenti aspetti emersi nei giorni scorsi. Il primo aspetto riguarda la crescita economica. A questo proposito l’Istat, nella sua nota di aggiornamento sulle condizioni economiche italiane, prevede per i prossimi mesi una accelerazione dell’attuale fase espansiva. Nonostante questi segnali incoraggianti, al momento, è difficile comprendere se l’attuale indiscutibile ripresa economica costituisca l’avvio di un vero e persistente periodo di crescita economica. In altre parole: il sistema produttivo italiano durante la recessione si è ben ristrutturato e adesso è pronto per crescere stabilmente, oppure siamo di fronte ad una semplice fase di rimbalzo? La risposta a questo quesito è fondamentale per calcolare la sostenibilità dei saldi di finanza pubblica (questo calcolo sarà la base di partenza della prossima legge di stabilità) per i prossimi anni. Infatti, se siamo di fronte ad un duraturo periodo di crescita, si aprirebbero spazi per aumentare il deficit. Al contrario, se siamo di fronte ad una semplice ripresa congiunturale è bene accantonare un po’ di risorse da poter spendere in caso di prossimi rallentamenti. Pur essendo difficile rispondere a questa domanda, analizzando i dati disaggregati del PIL italiano e confrontandoli con le precedenti riprese, emerge come la spesa per investimenti sia ancora troppo debole per poter pronosticare una vera crescita nei prossimi anni. In particolare, un settore in cui stanno mancando gli investimenti è il settore immobiliare. Se l’intuizione è giusta, è opportuno che la legge di stabilità mantenga i saldi di finanza pubblica su sentieri di rigore e si concentri sul recupero di risorse attraverso una efficace revisione della spesa. È bene sottolineare che con il termine spending review ci dovremmo porre l’obiettivo di avere soldi pubblici ben spesi, incrementando la spesa in quei settori dove si spende poco e diminuendo la spesa in quei settori dove si spende troppo e male. Le eventuali risorse recuperate, andrebbero poi investite nel miglioramento del profilo di crescita dei prossimi anni, con provvedimenti che possano favorire la ripresa degli investimenti del settore immobiliare ed il recupero della fiducia nelle famiglie italiane, auspicabilmente aumentando i vantaggi fiscali sulle spese per l’educazione dei figli.

URL: http://monticini.eu/owr/2017_10_07/