Più attenzione per i depositi ma nessun passo avanti verso l'unione bancaria
(pubblicato in Avvenire il 2018-03-15, p. 19)
di
Andrea Monticini
In un sistema economico ci sono soggetti che risparmiano, tipicamente le famiglie e soggetti che hanno invece bisogno di risorse, ad esempio le imprese, per finanziare i propri piani di investimento. Le banche favoriscono lo scambio di risorse tra queste due differenti tipologie di soggetti. In altre parole, la banca svolge un’intermediazione: decide, a propria discrezione, come impiegare i risparmi che ha precedentemente raccolto attraverso i depositi e l’emissione di prestiti obbligazionari. Ovviamente, se la banca finanzia progetti di investimento, che successivamente si rivelano fallimentari, viene compromessa la possibilità di restituire il denaro precedentemente raccolto. Come è facile intuire, se l’economia è in espansione ci sono buone possibilità che gli impieghi bancari si rivelino di successo, naturalmente l’opposto avviene quando l’economia è in recessione. La Commissione Europea con il suo regolamento ha uniformato la procedura di gestione dei crediti bancari che si rivelino problematici: tutte le banche dei paesi dell’unione dovranno rispettare le stesse regole. Nel dettare le regole è stata posta particolare attenzione alla tutela del risparmio, ovvero alla tutela di chi fornisce risorse alle banche: i risparmiatori/depositanti. L’uniformità per le banche, nelle procedure di gestione/svalutazione di un credito problematico, sarebbe già dovuta essere stata adottata fin dal 1999, cioè da quando le valute nazionali sono state abbandonate per essere sostituite con l’euro. Purtroppo è stata necessaria la crisi del 2008 (Lehman Brothers) e del 2011 (crisi dei paesi periferici dell’area euro) per mettere in evidenza le fragilità e l’incompletezza dell’unione monetaria europea. Sono sufficienti queste norme che tutelano maggiormente i risparmiatori e responsabilizzano le banche nell’erogazione di prestiti e mutui per migliorare la solidità dell’area euro? La risposta è negativa. Un vero potenziamento dell’integrazione europea lo si avrà quando sarà completata l’unione bancaria, con l’assicurazione unica dei depositi. In altre parole, quando per un risparmiatore depositare un euro in una banca italiana o in una banca tedesca (o di qualsiasi altro paese dell’unione) avrà la stessa certezza di poterlo ritirare. Infatti, oggi, con un’unione bancaria ancora incompleta, un depositante di un paese beneficia solo di un’assicurazione nazionale sul proprio deposito (fino a centomila euro) bancario. Come è facile comprendere, avere un’assicurazione comunitaria, significherebbe percepire una maggior tutela, e quindi crescerebbe la fiducia dei depositanti verso il sistema bancario, con indubbi benefici per tutti. Purtroppo, il regolamento emanato dalla Commissione Europea per la gestione dei futuri crediti problematici, non incide in modo significativo sul percorso del completamento dell’unione bancaria e l’assicurazione unica sui depositi. Per quest’ultima occorre ancora lavorare riscoprendo la solidarietà europea che è stata alla base dell Europa dagli anni 50 del secolo scorso.