Journalism (blog)

Lo spread è il sintomo, la sostenibilità del debito la patologia
(pubblicato in Avvenire il 2018-06-12, p. 24)

di
Andrea Monticini

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Nella scorsa settimana lo spread è aumentato raggiungendo i 265 punti base (2,65%). Cosa sta segnalando questo indicatore? Dobbiamo allarmarci? Ed ancora cosa succederà allo spread se la Banca Centrale Europea decidesse, evento probabile, di concludere il programma di quantitative easing? Per rispondere è utile ricordare che cosa sia lo spread. Lo spread è il differente, maggiore, rendimento di un titolo di stato italiano, rispetto ad un identico titolo tedesco, quindi stessa durata, stesse caratteristiche tecniche: unica differenza risulta essere l’emittente. Dall’emittente scaturisce la credibilità della promessa fatta di onorare gli impegni presi rispettandone le scadenze. In un caso, il Tesoro italiano, nell’altro, il Tesoro della Repubblica Federale di Germania. Lo spread, esattamente come il termometro, misurando la temperatura, rileva la presenza di un sintomo legato ad una qualche patologia: lo spread, aumentando, segnala un deterioramento della reputazione delle finanze pubbliche italiane. L’aumento dello spread di queste settimane, indica una perdita di credibilità nella sostenibilità del debito contratto da parte dell’Italia, rispetto alla Germania. Purtroppo, lo spread in queste settimane non è aumentato solo nei confronti della Germania, ma anche nei confronti di tutti gli altri Paesi appartenenti all’euro: è quindi l’Italia che sta perdendo credibilità! Quali i motivi? Per rispondere è importante sottolineare tre differenti aspetti. Il primo aspetto riguarda la sostenibilità del debito pubblico italiano, gli investitori non si preoccupano dell’integrale rimborso del debito, ma valutano la sua sostenibilità, perché se l’economia cresce, il settore privato è in grado di generare risorse fiscali tali da permettere di onorare gli impegni, che il tesoro si è in precedenza assunto. In queste ultime settimane, i fondamentali dell’economia italiana non sono cambiati, mentre lo spread è aumentato. Questo significa che gli investitori ritengono i futuri provvedimenti, contenuti nel contratto di governo, in grado di indebolire la sostenibilità del debito pubblico italiano. A titolo di esempio, l’ipotizzata riduzione delle aliquote fiscali (erroneamente definita flat tax) genera una riduzione del gettito e questo peggiora la sostenibilità del debito pubblico. Discorso differente sarebbe se fosse invece rivista la tassazione su alcune tipologie di reddito attualmente molto penalizzate, rispetto ad altre poco tassate, effettuando quindi un giusto riequilibrio. Questo sì che favorirebbe la credibilità italiana di buon debitore! Mentre come ben si comprende, minacciare l’introduzione di una moneta parallela, che porterebbe dopo un po’ all’uscita dall’euro, aggrava anziché risolvere il problema. Il secondo aspetto riguarda la relazione tra sovranità e spread. Quando si contrae un debito è implicita una minor discrezione nell’utilizzo delle future proprie risorse, perché una parte di queste dovrà essere destinata al ripagamento del debito. Le limitazioni nelle scelte di politica economica non derivano da vincoli europei, ma dal dover servire un ingente debito pubblico contratto negli anni ‘70 e ‘80. Anche in questo caso lo spread è un segnale di attenzione. Il terzo aspetto riguarda la fine del quantitative easing della Banca Centrale Europea. La Banca Centrale Europea, nell’ambito del programma di quantitative easing, sta acquistando titoli di debito pubblico italiano in modo sistematico. Cessando questo programma, verrà meno un sicuro flusso di acquisti per il debito pubblico italiano. In quel momento l’Italia dovrà essere ancora più credibile sulla sostenibilità del debito perché da allora in poi non potrà più fare affidamento sugli acquisti garantiti, fino ad oggi, dalla Banca Centrale Europea. Se così non fosse, lo spread subirebbe senz’altro un ulteriore aumento con dolorose conseguenze che pagherebbero le classi più deboli. Per concludere, a conferma della dipendenza dello spread dalla credibilità del programma di risanamento delle finanze pubbliche italiane, si deve segnalare come le recenti dichiarazioni del ministro Tria siano andate nella direzione di migliorare la reputazione dell’Italia, permettendo una parziale riduzione dello spread fino a 232 punti base.

URL: http://monticini.eu/owr/2018_06_12/