I mercati puntano sulla crescita ma temono anche l'inflazione
(pubblicato in Avvenire il 2022-08-01, p. 15)
di
Andrea Monticini
Quali sono i principali fattori in grado di influenzare l’andamento dei mercati finanziari nel 2022? Per rispondere è utile “ripassare” ciò che ci insegna la teoria economica e finanziaria, quindi tener presente che fondamentalmente i mercati finanziari rispondono positivamente alle fasi di ripresa economica, anzi addirittura cercano di anticiparla. Consolidata la ripresa, i mercati finanziari si concentrano, con obiettivi di medio periodo, sulla ben più importante crescita economica. La ripresa economica, seppur con diversa intensità, è un evento certo che si verifica sempre dopo una recessione. La crescita economica invece è quasi sempre oltremodo incerta e per nulla scontata, perché essa va conquistata attuando le opportune riforme in grado di assicurare l’incremento della produttività dei fattori produttivi, in modo da rendere un Paese attrattivo per gli investimenti. Il 2022, sia in termini di ripresa che di riforme in grado di apportare crescita nei prossimi anni in Italia, si presenta come un anno che impone scelte decisive. La ripresa registrata nel 2021 dovrà consolidarsi così da riportare il PIL italiano sui valori del 2019: l’obiettivo appare ragionevole, tuttavia a causa della pandemia non è garantito. I consumi delle famiglie sono altamente sensibili alle incertezze provocate dall’andamento della pandemia e una recrudescenza delle condizioni sanitarie metterebbero rapidamente fine all’attuale fase di ripresa. Un secondo fattore che richiede attenzione è l’inflazione, perché nel breve periodo essa scoraggia i consumi dato che l’aumento dei prezzi fa diminuire immediatamente il potere di acquisto dei redditi, determinando una contrazione delle spese. In questo caso, la politica economica del Governo ha cercato, nella recente legge finanziaria, di proteggere le famiglie meno abbienti, offrendo loro tutele. Nel corso dell’anno 2022, un ruolo cruciale, nella gestione dell’inflazione, sarà svolto dalla politica monetaria. La Banca Centrale Europea avrà il compito di rendere temporanea l’inflazione che stiamo sperimentando in questi mesi, con appropriati annunci e conseguenti decisioni. Tuttavia, il compito non è semplice: se la BCE dovesse attuare una politica monetaria aggressiva, facendo comprendere di essere pronta a rialzare rapidamente i tassi di interesse, potrebbe determinare un brusco rallentamento dell’attuale fase di ripresa economica. Per contro, va tenuto conto che l’inflazione aiuta i Governi a smaltire, a scapito di chi possiede, il debito pubblico. Infine, il terzo fattore cruciale per riportare dopo molti anni la crescita economica in Italia sono le riforme. Il Governo si è impegnato con l’Europa in un ambizioso programma di riforme, da discutere e approvare in Parlamento, in grado di aumentare il potenziale di crescita economica. Per la verità, negli ultimi venti anni abbiamo spesso sentito parlare di riforme senza che esse mai siano state effettivamente realizzate. Questa volta, a differenza del passato, all’ambizioso programma di riforme sono stati assegnati fondi specifici ottenuti tramite trasferimenti e prestiti a condizioni agevolate dall’Europa. L’elezione del Capo dello Stato ed i suoi possibili riflessi sulla durata della legislatura, rappresentano fattori estremamente delicati.