Journalism (blog)

Un chiaro segnale di post-picco
(pubblicato in Avvenire il 2022-12-15, p. 18)

di
Andrea Monticini

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L’inflazione è ancora distante dal target, ma il picco è stato raggiunto e nei prossimi mesi l’aumento dei tassi sarà meno marcato. Questo è il messaggio che la Federal Reserve ha voluto dare ai mercati finanziari americani e mondiali. L’impatto di questo notizia è importante sotto molteplici aspetti degni di nota, tenendo ben presente che la Banca Centrale americana, nel sistema finanziario attuale, è la Banca Centrale (più centrale!) leader nel delineare la politica monetaria, di conseguenza, la Banca Centrale Europea e la Bank of England adotteranno, nella riunione odierna, politiche monetarie coerenti con la visione della FED. Il comunicato FED ci permette di delineare lo scenario economico e finanziario che ci attende nei prossimi mesi sotto tre differenti aspetti: ciclo economico; costo dell’energia, con le sue conseguenti ripercussioni sull’inflazione; stabilità nei mercati bancari. Analizziamoli nel loro dettaglio. Il ciclo economico attuale dopo aver raggiunto il suo picco nel trimestre passato, sta rallentando. L’inflazione ed il rialzo dei tassi di interesse hanno spinto le famiglie e le imprese a diminuire le une i consumi e le altre gli investimenti. Al momento non è ancora chiaro se il ciclo economico stia “solo” rallentando o se invece possa trattarsi di una vera e propria recessione: serviranno i prossimi dati per comprenderlo. In particolare, i nuovi dati relativi al tasso di disoccupazione americano, guideranno le scelte prossime future della FED, mentre per la BCE il focus sarà concentrato sui dati relativi all’inflazione nell’area Euro. Un elemento che BCE e Politica non dovranno trascurare sarà pure la convergenza o l’eventuale divergenza tra i tassi di inflazione delle differenti nazioni. Infatti, per una nazione avere un tasso di inflazione sistematicamente più elevato delle altre, senza la possibilità di svalutare il tasso di cambio data la moneta unica per i Paesi che hanno adottato l’Euro, significa perdere competitività, con riflessi negativi su crescita e tasso di occupazione. Per quanto riguarda l’inflazione il picco massimo pare raggiunto, tuttavia occorre cautela per almeno due giustificati motivi. In primo luogo la diminuzione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, specie per quanto riguarda l’Europa, dipende da fattori cui è legata molta incertezza: l’andamento del conflitto tra Ucraina e Russia, le temperature che verranno rilevate in Europa nei mesi invernali, l’andamento della pandemia in Cina e la capacità dell’Europa di dotarsi di impianti di rigassificazione per continuare a diversificare i fornitori. In secondo luogo, anche ipotizzando di aver superato il picco, l’inflazione è destinata a persistere almeno fino al 2025. L’inflazione, anche quando sono state già rimosse le cause che l’hanno provocata, nel nostro specifico l’aumento dei prezzi dei beni energetici, tende a restare nelle aspettative di famiglie e imprese, prolungandone la durata. Esaminiamo infine, i riflessi sulla stabilità bancaria. Quale è l’impatto del possibile rallentamento economico nei prossimi mesi sul sistema bancario? In Europa i sistemi bancari sono solidi, grazie al miglioramento della redditività delle banche operato negli ultimi anni come certifica la BCE e questo quindi consente alle banche di poter assorbire una possibile recessione senza particolari preoccupazioni.

URL: http://monticini.eu/owr/2022_12_15/